Dopo due anni di remote working (più o meno) forzato, pare sia giunto il momento di fare tesoro dell’esperienza fatta e riflettere su ciò di cui davvero ha bisogno una persona che lavora.
Casa o Ufficio non sono più sufficienti come soli parametri tra cui scegliere: flessibilità, comodità, facilità sono ormai concetti che i tool tecnologici ci hanno fatto conoscere bene.
Ma bastano? Non abbiamo anche bisogno di relazioni? Di connessioni? Di contaminazioni?
Una riflessione su come strumenti digitali e spazi fisici possono diventare il nuovo paradigma di uno smart-working umano.